E' un thriller appassionante! Ennesimo episodio nella saga che porterà alla definizione del Piano Nazionale Aeroporti. E' una versione che rimescola ancora la classificazione degli aeroporti del Belpaese.
L’individuazione degli aeroporti scaturirà da quattro parametri. Il ruolo strategico, l'ubicazione territoriale, la dimensioni e tipologia di traffico e l'inquadramento nei progetti europei TEN.
Gli aeroporti strategici sono undici e ulteriori 26 scali assumono un interesse nazionale.
La Penisola viene suddivisa in 10 dieci bacini di traffico omogeneo, ciascuno con un aeroporto strategico, con distanza massima di 2 ore di percorso in auto dallo scalo strategico con l'esclusione del bacino Centro-Nord. In questo caso gli aeroporti strategici diventano due, Bologna e Pisa-Firenze.
La nuova formulazione ridisegna la mappa degli scali in precedenza illustrati e determina esclusioni ed ingressi eccellenti. Sorprende lo spostamento del terzo scalo italiano, ovvero Linate, che perde il suo ruolo strategico.
La definizione dei bacini di traffico non appare chiara. Come si misura? In chilometri? In un stimato potenziale di volumi di traffico commisurato al territorio e/o ad un'area economica? La sensazione che, ancora una volta, il campanilismo e/o il provincialismo del Belpaese abbia impedito una coerente classificazione degli scali si fa largo senza difficoltà.
Ogni aeroporto dovrebbe dimostrare la capacità attrattiva sul bacino di riferimento, la sua specifica specializzazione, il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario andranno verificate sulla base del Piano industriale presentato.
I bacini sono quello di Nord-Ovest, di Nord-Est, del Centro-Nord, del Centro Italia, della Campania, Mediterraneo/Adriatico, Calabria, Sicilia orientale, Sicilia occidentale e Sardegna. I relativi scali strategici sono: Milano Malpensa, Venezia, Bologna e Pisa-Firenze, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia, Catania, Palermo e Cagliari. Ma quali parametri di geografia econometrica sono stati valutati?
Al di fuori degli scali strategici (12) e di quelli di interesse nazionale (26) i restanti non riceveranno finanziamenti da parte dello Stato centrale. Agli altri ci penseranno le Regioni.
Quelli che non rimarranno a carico del Demanio, saranno finanziati dalle Regioni. Quelle stesse Regioni che recentemente hanno dichiarato l'impossibilità di sostenere il costo della Croce Rossa insediata negli scali (il provvedimento è slittato di 12mesi).
In attesa che il Consiglio dei Ministri apra formalmente l'iter di approvazione del piano nazionale degli aeroporti che sarà poi discusso in sede di conferenza Stato-Regioni - per sancire o modificare ancora una volta gli scali che saranno foraggiati dallo Stato - i restanti aeroporti, tra questi Aosta, Albenga, Bolzano, Padova, Forlì, Reggio Emilia, Elba, Grosseto, Siena, l’Aquila, Foggia, Tortolì, dovranno assicurarsi finanziamenti sicuri, regolari e crescenti per sostenere collegamenti e frequenze di voli civili-commerciali.
data inserimento: Venerdì 24 Gennaio 2014