Cioè vendere gli aeroporti partecipati e stop al co marketing.
Una buona notizia tra le tante che implicano - tra l'altro - maggiori imposte per passeggeri, probabilmente maggiori tariffe aeroportuali, irrisolte relazioni tra residenti dell'intorno delle piste per gli effetti collaterali, poco lavoro negli scali aerei ed aumento del duty flight time per il personale di volo (ne parleremo).
La notizia arriva dall'OCSE, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e destinatario, ovviamente, è l'Italia.
Tra le tante prescrizioni e/o raccomandazioni per risolvere l'annoso problema dei costi "statali" eccone uno decisivo.
Privatizzate il trasporto aereo italiano, ovvero, le società che presiedono alla gestione della quasi totalità degli aeroporti.
In l'iniziativa si sostanzierebbe in un taglio netto ai costi, alle spese, alla ricapitalizzazione delle società di gestione partecipate e secondariamente ad uno stop ai costi e politiche di co marketing a spese dello Stato e/o delle Regioni e/o partecipate. Costi ingentissimi, sottratti alle tante spese di cui abbisognano i cittadini.
Il Governo Monti sarà in grado di varare una pianificazione di dismissione delle partecipate aeroportuali?
E con quali scadenze e vincoli?
La recente vendita di una quota della Società SEA di Milano, che partecipa agli scali di Linate, Malpensa e Bergamo Orio, ha consentito al Comune di Milano di incassare centinaia di milioni di euro, indispensabili a sanare il bilancio dello stesso Municipio e pianificare iniziative direttamente a vantaggio dei suoi cittadini.
data inserimento: Venerdì 24 Febbraio 2012