Tre Voluntary Safety Report, denuncerebbero fatti gravissimi: tante domande senza risposta. Possibile? Il contesto operativo appare del tutto anomalo. Aeromobili senza APU (Auxiliarv Power Unit), aeroporti senza al disponibilità di gruppi elettrici ed adeguato supporto per la messa in moto e la necessità di rifornire di carburante il volo.
Secondo l'articolo di Daniele Martini apparso il 19 maggio sul Fatto Quotidiano, dopo l'inoltro di tre Voluntary Safety Report, la stessa ENAC avrebbe avviato una o più inchieste. Coinvolti sarebbero tre voli Boeing 767 Air Italy impegnati in collegamenti charter in centroAmerica ed Africa nel mese di febbraio e marzo 2012, con un Boeing 767-300 ed un 767-200 e tre scali remoti, quali Cayo Largo a Cuba, Nosybe nel Madagascar e Roatan in Honduras.
Le tre segnalazioni "sospette" sarebbero state coordinate dall’Unione sindacale di base (Usb) e nel dettaglio avrebbero eseguito il rifornimento carburante con almeno un motore in moto. In una circostanza, inoltre, anche con gli ignari passeggeri a bordo.
E' davvero possibile che tutto questo sia avvenuto? E per quale ragione? La responsabilità è attribuibile solo al comandante del volo? I voli erano stati pianificati senza la disponibilità dell'APU? L'avaria dell'apparato era stata, invece, sola successiva?
L'ipotetico scenario operativo appare davvero ingarbugliato ed i risvolti verosimili appaiono altrettanto confuso.
E' possibile che un comportamento del genere possa essere stato assunto da un equipaggio italiano? Quale cultura del volo, della sicurezza del volo, tutela dei passeggeri denota questa pericolosissima opzione operativa? Possibile che una supposta esigenza aziendale - evitare ritardi e non bloccare il volo su uno scalo periferico - possa condizionare e/o fuorviare la professionalità di un pilota?
Di un equipaggio? Il management della aerolinea, qualora fosse ne venuto a conoscenza, non avrebbe dovuto intervenire? E infine, sono forse comportamenti diffusi tra i piloti delle aerolinee del Belpaese?
Quale incidenza hanno le pressioni aziendali, l'estrema competizione tra vettori, la crisi, i costi operativi e tanto altro, nella pianificazione dei voli (carburante minimo imbarcato, il fuel residuo a fine volo, la registrazione delle avarie, il superamento dei tempi di volo e servizio, l'efficienza degli apparati di bordo, le condizioni meteo, la scelta degli aeroporti alternati e...) nelle odierne "guerre aeree commerciali"?
Sarebbe interessante saperne di più, per questo caso e per tanto altro.
All'inchiesta dell'ENAC se ne aggiungerà anche una dell'ANSV e magari della EASA? Avremo risposte che non siano il solo licenziamento del comandante del volo?
data inserimento: Domenica 20 Maggio 2012