Concorrenza e libero mercato in Italia? Un nonsenso! Ma c'è ancora qualcuno che crede il sistema aviation del Belpaese, la rete degli aeroporti cosiddetti Strategici, Primari e Complementari identificati, ad esempio dal piano Aeroporti, configurino la rete ideale del sistema Paese?
Che non solo le compagnie aeree, quelle convenzionali, ex di bandiera, low cost, charter ed equivalenti operino assecondando opportunità di mercato? Secondo inequivocabili dinamiche di mercato, di bacini di traffico, di esigenze turistiche, commerciali e territoriali?
Che le fortune di tanti scali periferici, minori, assunti perentoriamente a d assetti e ruoli decisivi nel sistema Italia siano imputabili alle scelte manageriali di CEO, di Presidenti preordinati da consulenze strategiche?
Sono numerosi gli esperti di economia dei trasporti (voli commerciali e cargo) che celebrano le fortune di traffico, di milioni di viaggiatori che si imbarcano e arrivano su aeroporti della Puglia, della Sicilia, della Lombardia, del Veneto, del FVG del Lazio, della Sardegna ed affini?
Quanto pesa il dehhubbing Alitalia e lo stravolgimento della Bersani 2 nella crisi del traffico di Malpensa e nel rilancio di Linate? Che riflette direttamente l'incremento dei voli e del traffico sugli aeroporti nazionali collegati? Quanto pesa il traffico low cost di Treviso, di Bergamo, di Ciampino, di Trapani, di Pisa, di Cagliari, di Alghero, di Ronchi dei Legionari e tanti altri?
Quale realmente il peso della concorrenza tra gli scali aerei nel Belpaese?
Non è forse un Paese allergico alla concorrenza e al libero mercato? Anche nel sistema aviation?
Mentre è del tutto marginale, influente, il ruolo delle amministrazioni locali, delle società partecipate che sono coinvolte nella gestione delle società aeroportuali, ovvero nelle implicazione, nel finanziamento diretto e/o subdolo dei voli attraverso gli accordi di co - marketing?
Ma chi dovrebbe monitorare e garantire il "rispetto delle regole che vietano le intese anticoncorrenziali tra imprese, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni in grado di creare o rafforzare posizioni dominanti dannose per la concorrenza, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini."
Lo scenario operativo, la realtà del traffico aereo ed il ruolo degli scali della Penisola è fin troppo evidente.
Se il Piano Aeroporti di ENAC non è altro che una fotografia di una realtà operativa snaturata, lo studio Ambrosetti non rappresenterebbe invece che una fotocopia di una realtà di traffico alterata.
Stravolta, falsata e condizionata dalle supposte strategie di mercato delle società aeroportuali.
Gli esperti di economia dei trasporto aereo del Belpaese, autorevoli commentatori del sistema aviation, probabilmente, nelle loro analisi riflettono e commentano uno status operativo dei voli (e dei conseguenti dati di traffico in passeggeri trasportati) che, in realtà, abbisogna di una valutazione costi/benefici e, necessariamente, di prospettive e centralità aeroportuali appropriate.
data inserimento: Giovedì 20 Settembre 2012