Sbalorditivo (almeno per me) l’annuncio pubblico del titolo di copertina di una nota rivista aeronautica:- «RISIKO AEROPORTI:il “piano nazionale” lo fa F2i»!
All’interno, sotto il titolo «Il fondo Gamberale – Aeroporti:- “F2i” in azione su SAGAT e SEA» chiarisce al lettore che il “Fondo F2i – Fondo italiano infrastrutture”, con Amministratore Delegato Vito Gamberane, dopo aver acquisito la partecipazione o la proprietà di varie società di capitali (quale la contestata autostrada di Serravalle), adesso punta all’acquisizione della maggioranza dei pacchetti azionari degli aeroporti milanesi della SEA e di quello torinese di SAGAT.
Ma questo, almeno per il momento, non è di nostro precipuo interesse. Quel che bensì ci interessa è il fatto che adesso ENAC – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile – dichiara che «… non avendo [il Governo dei tecnici] provveduto ad approvare entro la fine del 2012 tutte le concessioni aeroportuali in scadenza … afferma che non avendo ricevuto il mandato della proroga per approvarle, non ha gli strumenti legali per farlo [come usualmente delegato ! – ndr]».
Questo il succo del fatto che, ironicamente per noi italiani e per le nostre finanze, ci riporta al nocciolo della questione contenuto nel titolo di apertura dal quale siamo partiti per le nostre considerazioni di contribuenti indipendenti.
Si tratta cioè del fatto che non essendo stato né approntato né approvato dal Governo l’ormai famigerato e più volte promesso nel 2012 “PIANO NAZIONALE DEGLI AEROPORTI” a seguito dello “Studio” commissionato dal Ministro pro-tempore delle Infrastrutture Altero Matteoli e da ENAC fin dal 2010 al Consorzio appositamente costituito per realizzare tale studio tra NOMISMA, ONE WORKS e KPMG, regolarmente consegnato nel 2011 e profumatamente pagato con soldi pubblici, tutto questo NON ha prodotto alcun frutto, anzi lascia il comparto degli aeroporti italiani in mano alla speculazione economico-finanziaria di “poteri” diversi di quelli dello Stato, quale (a me) risulta essere il proprietario demaniale di tali proprietà (vedasi il ”Registro demaniale”).
Insomma, se non ci fosse da piangere per gli sperperi perpetrati a nostre spese, ci sarebbe da ridere per la facilità con cui, in tempi di crisi e di “vacatio di Governo” ed in assenza delle istituzioni amministrative dello Stato, ci si può impadronire della proprietà o quanto meno della gestione della maggior parte dei maggiori aeroporti nazionali, costruiti a suo tempo direttamente oppure con il sostanzioso contributo della finanza pubblica dello Stato !
Intanto, chi in ENAC, a suo tempo si è dichiarato incapace di poter effettuare con la propria forza-lavoro lo studio che avrebbe dovuto invece vedere tale Ente esercitare le proprie competenze in tale campo è sempre al timone ed anzi adesso, avendo dovuto passivamente sopportare le misure decretate dalla “spending review” del Governo dei tecnici, dovrà ridurre drasticamente le proprie Direzioni tecniche centrali … e la relativa forza lavoro. Allegria !
data inserimento: Mercoledì 23 Gennaio 2013