La questione spinosa è sempre la stessa: chi finanzia masterplan e cantieri? Dopo una lunga attesa è arrivata un prima buona notizia per lo storico Aeroporto di Gorizia Amedeo D'Aosta. L'ENAC ha autorizzato un progetto preliminare per la ristrutturazione della palazzina comando con annessa torre di controllo. Una costruzione fatiscente che potrebbe essere recuperata agli antichi splendori. Ma per rilanciare l'infrastruttura aeroportuale, o quel che resta del sedime originario, sono indispensabili ingenti finanziamenti. Ma non è lo stesso che succede anche per il recupero di caserme dismesse e vecchie chiese?
Chi lo potrà fare? Per agevolare il fantasticato rilancio dell’aeroporto “Duca d’Aosta” con annesso un polo industriale aeronautico è stata da tempo costituita la società Aeroporto di Gorizia. Le quote di partecipazione sono distribuite tra il Comune di Gorizia (52,33%), il Comune di Savogna (22,08%), l'Aeroporto Fvg (13%), la Provincia di Gorizia (3,56%), la Friulia (3,15%), la Camera di commercio di Gorizia (2,45%) e la Cciaa di Trieste (2,43%). La società è sostanzialmente partecipata da amministratori pubblici e si pone come unico referente per l'ottenimento della concessione della gestione da parte di ENAC.
Nel marzo 2012, con la cerimonia della prima pietra è stato insediato lo stabilimento della Pipistrel. Una società interessata alla produzione di un velivolo “Panthera” già nel 2014.
Il progetto sarebbe ancora in piedi ma sono i tempi di ripristino della infrastruttura dello scalo, un contesto indispensabile per la stessa società Pipistrel, a rivelare difficoltà progettuali ed operative. Che frena la costruzione dello stesso edificio di progettazione e produzione del velivolo.
Se ENAC ha, infatti, approvato il rifacimento della palazzina comando che dovrà verificare l'adozione puntuale degli standard aeronautici, dei vincoli di legge (art. 707, 715) del Codice di navigazione per la pista 04/22, 09/27 e di quella per alianti?
Chi dovrà presentare un masterplan complessivo e adeguato alle operazioni di volo?
In fondo non è nient'altro che quanto accade nel recupero e rilancio di aeroporti storici, già ex aerobasi militari della prima e seconda guerra mondiale. Gli insediamenti urbani, commerciali ed industriali edificati nell'intorno delle piste di volo nel corso di 40/50 anni dovranno essere adeguatamente verificati e sanati, magari, in deroga alla normativa a tutela dell'attività di volo e dei residenti. Il ritrovamento di eternit e di bombe nel sottosuolo del sedime e la loro rimozione in sicurezza hanno un costo.
Dopo il trasferimento degli aeroporti e delle piste minori alla custodia, alla gestione delle rispettive Regioni le problematiche relative al finanziamento del recupero infrastrutturale, fase preliminare ai costi operativi annuali, rappresentano una spesa rilevante. Spesso inconciliabile con i bilancio delle Regioni in un periodo di spending review. L'alternativa logica e scontata è quella della privatizzazione dell'infrastruttura, l'ingresso di imprenditori e/o di mecenati privati. Il punto chiave è quindi il successivo, dove trovarli?
data inserimento: Domenica 05 Maggio 2013