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Eziologia di un incidente: Fattori Causali Diretti e Remoti della Collisione al Suolo tra due B-747 a Fiumicino - Prima parte Il 1° dicembre 1994 alle 12.25 locali il B-747 Freighter I-DEMC, mentre entrava nell'area adiacente la testata pista 16 R per l'allineamento ed il decollo, urtava con l’estremità dell’ala destra l’ala sinistra del B-747 Combi I-DEMT, fermo sul lato destro della stessa area. Entrambi gli aeromobili erano diretti a New York. [Presentazione ed analisi di Aldo C. Pezzopane] 1. Introduzione La descrizione sinottica del sottotitolo consente di conoscere solamente
che cosa è accaduto e non fornisce alcun elemento per proseguire
lungo un percorso logico che parta da qualche ipotesi. Quest’aspetto della comunicazione ci porta a considerare il livello
di comprensione di un evento accidentale in aviazione e dimostra che
il fattore umano che per primo si manifesta nella circostanza di
un incidente è la reazione di chi, in un modo o nell’altro, è
sollecitato o coinvolto dall’evento stesso. Più esattamente l'uomo
ha limitazioni percettive legate alla cultura individuale, alla cultura
del gruppo, al contesto, ecc. Prima di proseguire è necessario dire che ebbi modo di essere testimone del fatto trovandomi nel miglior posto di osservazione possibile; ero al comando del B747 fermo sul lato destro dell'area di attesa, quando esso venne urtato dall'altro aereo in movimento. Per questa ragione [appena recuperata la calma dopo una rabbia analoga a chi viene tamponato in strada] mi trovai nella condizione di rilevare prontamente ogni evidenza utile alla successiva analisi. Analisi che mi competeva come incaricato della Sicurezza Volo delle operazioni Lungo Raggio. Ma la miglior comprensione delle ragioni dell'incidente e l'approfondimento
che portò a mettere in luce quelle ragioni, fu il risultato di
precise metodologie di investigazione che si rifanno a consolidati modelli
di generazione causale di incidenti. (accident causation model). 2. BASI DELLA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI 2.1 Definizioni Prima di addentrarci nei criteri di gestione della sicurezza in un sistema aeronautico [che vuol dire prevenzione incidenti e di cui l'investigazione è una fase essenziale], è utile indicare alcuni termini e definizioni ricorrenti. Sicurezza (safety) - Assenza di condizioni che possono procurare perdita di vita umana o danni alle persone, alle cose, all'ambiente. Sistema (system) - Complesso di elementi interconnessi per la realizzazione di determinati obiettivi. Persone e Macchine operanti nell'Ambiente secondo specifiche Norme. Condizione di pericolo (hazard) - Condizione preliminare per un evento accidentale. Condizione o complesso di circostanze con potenzialità di arrecare danno. Gravità della condizione di pericolo (hazard severity) - Entità del danno potenziale di una determinata condizione di pericolo. Viene generalmente definita qualitativamente come catastrofica, critica, limitata, trascurabile. Probabilità della condizione di pericolo (hazard probability) - Frequenza con cui si manifesta una determinata condizione di pericolo. Viene generalmente definita qualitativamente come frequente, probabile, occasionale, remota, improbabile. Rischio (risk) - Espressione della possibilità di un evento accidentale in termini di gravità del danno e della frequenza con cui si manifesta la relativa condizione di pericolo. Si compone secondo una matrice (risk matrix) con la frequenza e la gravità su due assi cartesiani. [In una tal matrice una condizione in grado di provocare danno catastrofico non deve avere probabilità superiori ad estremamente improbabile, generalmente un coefficiente di 10-9. Eventi che abbiano reso evidente il rischio di danno catastrofico, come le intrusioni in pista, richiedono provvedimenti tali da rendere pressoché nullo un tal rischio e non dovrebbero essere tollerate reiterazioni dello stesso tipo di evento soltanto perché non si hanno esiti disastrosi.] Incidente - Evento non previsto che, nel contesto delle attività di processo, porta a conseguenze indesiderate. La definizione è della Norma UNI 10616 "Gestione della
sicurezza nell'esercizio - impianti di processo a rischio di incidente
rilevante" ed è relativa a quello che in inglese viene indicato
come accident. Evento anomalo (anomalous
occurrence) - Una condizione che disturba,
interrompe, altera in qualche modo il corso delle operazioni senza conseguenze
dannose né potenzialmente in grado di comportare danno, a meno
che si evolva negativamente in una condizione pericolosa (hazard). Userò accident per il disastro [o sinistro, secondo una terminologia di infortunistica stradale] notando che in francese e in spagnolo (lingue neolatine ed ICAO) esso è tradotto "accident" e "accidente". Renzo Dentesano ha osservato criticamente e ripetutamente che l'uso improprio di incidente in italiano ha prodotto una ulteriore imprecisione semantica nell'uso di inconveniente per incident e di inconveniente grave per serious incident. Dal sito Bureau d'Enquete Accidents: 2.2 Modello sequenziale
di prevenzione incidenti (Accident Prevention Loop) Il termine Accident Prevention Loop è traducibile come Modello
sequenziale di prevenzione incidenti e rappresenta una concatenazione
di tre funzioni che andremo ad illustrare singolarmente in sequenza. 2.2.1 - Accident generation
- Funzione operativa Ancora sulle statistiche
degli incidenti: quale è stato il risultato del 2001 secondo Aviation
Safety Network di Harro Ranter Esso indica che per un incidente grave (accident) avvengono alcune decine
di incidenti di gravità minore, si rilevano alcune centinaia di
condizioni di pericolo e vengono registrate alcune migliaia di anomalie
di esercizio. Parlare di sequenza degenarativa equivale a dire che accident generation ha per sinonimo: system degeneration. L'esplorazione delle cause di questi eventi, cioé l'investigazione e l'analisi degli incidenti, ha indicato fin dalla Conferenza di Istanbul del 1975 una prevalenza di fattori dipendenti dall'elemento umano e dai suoi rapporti con gli altri elementi del sistema. [vedi: Istanbul 1975, quando l'errore del pilota divenne «fattore umano»] Esaminiamo in dettaglio questi aspetti che ritroveremo nell'analisi dell'evento di studio. 2.2.1a - Human factors
Gli elementi sono: Al centro viene posto l’uomo, ed il vocabolo Liveware viene usato
per omogeneità fonetica con Hardware e Software e
per creare l'acronimo SHELL di immediato riferimento. Esso rappresenta
l’individuo che opera in front line, svolgendo funzioni coerenti
con la propria capacità ed esperienza, quindi con i requisiti necessari
per adempiere a questa funzione. 2.2.2 - Accident investigation
- Funzione investigativa Ancora una volta queste fasi possono essere messe in sequenza ricordando
che rappresentano il lato destro dell'Accident Prevention Loop. 1 -stabilire i fatti,
2.2.3 - Prevention measures-
Funzione gestionale Ad esempio un progetto di sistema aeronautico può essere anche la realizzazione di una nuova compagnia e non c'è dubbio che un gruppo finanziario che abbia tale intenzione, non possa fare a meno di considerare oltre ai requisiti normativi per attuare il progetto, anche l'esperienza di mezzo secolo di prevenzione incidenti nelle operazioni volo. La compagnia svizzera che prenderà il posto della liquidata Swissair, nonostante l'indubbia esperienza che potrebbe aver ereditato, utilizzerà il know-how della Flight Safety Foundation per realizzare il miglior livello di qualità nella sicurezza. FSF
President to Help Monitor Development of Safety Standards at New Swiss
Airline In termini molto riassuntivi, evitando il dettaglio delle matrici di
valutazione del rischio, possiamo indicare quattro diverse tipologie di
attuazione della prevenzione, ancora una volta poste in sequenza, che
costituiscono la base del triangolo dell'Accident Prevention Loop.
Torniamo ora alla rappresentazione grafica iniziale [l'Accident Prevention Loop di Alan Diehl] e su ogni lato disponiamo le funzioni brevemente descritte nelle loro fasi. Questa rappresentazione ha la caratteristica di far iniziare il processo
investigativo a valle dell'incidente grave, del disastro (accident). Ma
la finalità concettuale dell'Accident Prevention Loop che costituisce,
evidentemente, un circolo vizioso che passa per l'incidente grave, va
ben oltre e consente di individuare attività di prevenzione interne
al sistema in grado di modificare, ridurre o arrestare le dinamiche degenerative.
Infatti, se la funzione investigativa risale a monte e va ad analizzare
eventi di minor gravità che, tra l'altro, sono più frequenti
e posseggono fattori causali che si ritrovano nell'incidente grave,
si possono realizzare interventi correttivi più tempestivi ed efficaci.
In altre parole la riduzione del numero di anomalie di esercizio e delle condizioni di pericolo avrebbe un risultato concreto sulla diminuzione degli incidenti di minor gravità e ridurrebbe la probabilità di quell'unico incidente grave. L'accident che sta sulla sommità della piramide del rapporto statistico tra eventi di diversa gravità che abbiamo illustrato all'inizio. Ciò equivarrebbe ad eliminare la parte sommersa di un iceberg. Il paragone è leggittimo in quanto il grave incidente costituisce la parte visibile dell'iceberg mentre il grosso, costituito da una miriade di fatti e misfatti è sottovalutato, è sommerso. Ridurre questa porzione enorme, che può essere ben conosciuta dagli addetti ai lavori, contribuirebbe a rendere meno consistente la parte emersa, visibile solo al grande pubblico. 2.3 - Il modello di James Reason - The organizational accident Nonostante la notevole riduzione del tasso di incidenti in aviazione rispetto agli anni 60-70, sono avvenuti nel periodo successivo altri incidenti catastrofici che, dopo vasta e approfondita analisi, hanno portato alla elaborazione di teorie di generazione di incidenti in grado di risalire quanto più possibile a monte del processo degerenerativo del sistema, svelando fattori apparentemente lontani dal luogo e dal momento dell'evento accidentale. E così emersero i fattori organizzativi, delle vere e proprie falle che vengono disseminate dai processi interni del sistema, aventi origine da decisioni gestionali, che rimangono latenti fino a quando favoriscono o provocano errori o violazioni procedurali da parte di operatori di prima linea. Gerrard Bruggink indicò una fisionomia colposa nella generazione di questi fattori, attribuendoli a comportamenti, atteggiamenti e politiche manageriali improntate a incapacità, superficialità o altri obiettivi personali, come si può osservare dalla sua definizione di policy factors. Motivazioni dei managers a parte, anche il prof. James Reason
dell'Università di Manchester, individuò nei processi di
gestione le fonti delle falle disseminate nei sistemi industriali a rischio
di incidente rilevante. Egli non si limitò, come Bruggink, ai soli
incidenti d'aviazione ma stabilì l'esistenza di queste dinamiche
causa-effetto anche in altri eventi molto noti come l'incidente di Chernobyl,
l'incidente ferroviario di Clapham Junction, l'incidente marittimo dell'Herald
of Free Enterprises. Reason evidenziò la presenza di fattori legati ai processi interni
al sistema che costituivano i precursori di azioni errate o violazioni
di norme e procedure commesse da chi opera nella linea produttiva. Active failures sono le azioni commesse da personale di prima
linea del sistema (piloti, controllori ATC, tecnici di manutenzione).
Le loro azioni possono avere conseguenze negative immediate. Latent failures sono il risultato di scelte non ortodosse (decisioni
incorrette), di solito scaturite dai livelli più elevati della
struttura organizzativa o da chi scrive le regole. Questi modelli e le teorie che li supportano sono il risultato di un approccio culturale che non tende ad attribuire colpa, biasimo o responsabilità giuridiche. Essi hanno lo scopo di evitare gli incidenti identificando i problemi che l'uomo deve affrontare quando è a diretto contatto con il processo produttivo e quando è inserito nel ruolo gestionale. Quest'ultimo presenta, per certi versi, maggiori complessità dovute al ritardo enorme tra decisioni ed effetti; è essenziale, quindi, che la conoscenza degli effetti sui margini di sicurezza faccia parte della cultura di un management orientato alla Sicurezza di Sistema, cioè una configurazione di sicurezza "pro-active", non solo la "compliance safety" del rispetto dei requisiti minimi della norma. E' utile una nota a conclusione di questa prima parte sul termine proactive.
[fine prima parte] |
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