Dal sito “greenreport.it” riportiamo integralmente i due seguenti articoli, uno di Legambiente Arcipelago Toscano e la replica di Alatoscana SpA.
Si vuole attrarre il turismo dei Paesi del nord Europa che è il più propenso a diminuire gli spostamenti in aereo non necessari. Ampliamento dell’aeroporto di Marina di Campo: impatto ambientale insostenibile e una concezione dei trasporti vecchia. Il gioco non vale la candela. Un’area a forte rischio idraulico. Demolizione di una quindicina di costruzioni
[26 Maggio 2021]
di Legambiente Arcipelago Toscano
Come si legge nello “Studio di Prefattibilità allungamento pista 16/34 – Marina di Campo – Elba” di Alatoscana, «Al fine di ottenere nuove aree disponibili per la riconfigurazione dell’Air Side come da scenario sopra illustrato si rende necessario acquisire nuove aree attualmente esterne al sedime e urbanizzate deviando i tracciati delle viabilità, dei fossi, delle linee elettriche, dei sottoservizi ecc. e rimuovendo i fabbricati e le attuali urbanizzazioni presenti».
Gli scenari proposti sono 3, ma la scelta ricade sullo scenario 1: “Prolungamento di 255 metri della RESA pavimentata lato THR16 e di 51 metri lato THR34” che prevede:
Deviazione strada provinciale SP25
Esproprio e demolizione abitazioni interferenti con le superfici di limitazioni ostacoli (lato Nord)
Deviazione Fosso dei Forcioni
Demolizione tratto via dei Forcioni
Demolizione strada vicinale
Ponte su nuova strada provinciale SP25 in corrispondenza del nuovo tracciato del Fosso dei Forcioni
Ponte su vecchio tracciato strada provinciale SP25 in corrispondenza del nuovo tracciato del Fosso dei Forcioni
Demolizione tratto strada provinciale SP25
Ampliamento sedime aeroportuale Nord
Demolizione tratti via Baracano
Nuova rotatoria tra SP25 e via dell’Acquedotto
Nuova rotatoria su via dell’Acquedotto
Esproprio e demolizione abitazioni interferenti con le superfici di limitazioni ostacoli (zona Sud)
Adeguamenti per nuovo turn pad zona sud.
I soli costi per l’intervento sull’aeroporto, senza la deviazione dei fossi della Galea e della Pila e della strada vicinale, ammontano a 17.769.750,00 euro (una cifra che appare molto prudenziale). In tutto abbiamo calcolato che potrebbero essere demolite una quindicina di edifici di varie dimensioni. Nelle ipotesi 2 e 3 gli impatti e i costi sarebbero ancora peggiori.
Il tutto in un’area ad elevatissimo rischio idrogeologico (che sarebbe acuito e non mitigato dagli spostamenti dei corsi d’acqua) e che verrebbe “esportato” anche nell’area verso mare attualmente a minor rischio. Un pericolo ben noto a Marina di Campo che ha subito due alluvioni nel giro di 9 anni e dove per mitigare parzialmente il rischio sono state spese ingenti somme di denaro pubblico.
Il tutto non per far atterrare aerei più grossi, come si tende a far credere, ma per poter aumentare di soli 20 posti a viaggio la capienza degli aerei che già attualmente atterrano a Marina di Campo.
Se andrà bene, in alta stagione e con condizioni meteo ottimali, grazie a questo enorme impatto ambientale che ha anche pesanti ricadute sociali, a Marina di Campo potranno atterrare forse un paio di centinaia di passeggeri in più e, in totale, quelli che possono arrivare all’Elba con poco più di un viaggio in traghetto.
Il costo ambientale non vale la candela economica.
Un progetto che ha l’ambizione dichiarata di attrarre il turismo del nord Europa. Peccato che proprio nei Paesi nordeuropei si stia mettendo in discussione la sostenibilità ambientale del trasporto aereo, soprattutto su tratte come questa.
Basta leggere il manifesto elettorale “Deutschland. Alles ist drin” presentato qualche giorno fa dai
Verdi tedeschi, che probabilmente esprimeranno la prossima cancelliera del Paese più importante dell’Ue (e dal quale provengono la maggioranza dei turisti stranieri dell’Elba) e che comunque entreranno nel governo. Nel Manifesto elettorale verde per le elezioni federali del 2021 si legge: «Rendere il traffico aereo climate neutral. Il volo ha avvicinato il nostro mondo. Allo stesso tempo, a causa del suo immenso consumo di cherosene, è il mezzo di trasporto più dannoso per il clima. Dopo la pandemia, non vogliamo tornare alla crescita cieca del traffico aereo, ma piuttosto allinearla all’obiettivo della neutralità climatica. Vogliamo rendere superflui i voli a corto raggio entro il 2030 espandendo in modo massiccio le ferrovie. Il numero dei voli a lungo raggio deve essere ridotto e, allo stesso tempo, decarbonizzato. Le sovvenzioni dannose per l’ambiente nel traffico aereo devono essere gradualmente eliminate». Insomma nessun contributo statale ai voli low-cost e alle tratte con i Paesi dove i tedeschi vanno in vacanza.
In Norvegia, entro il 2040 il trasporto aereo a corto raggio in Norvegia dovrà utilizzare esclusivamente aerei al 100% elettrici. E Dag Falk-Petersen, numero uno di Avinor, l’organismo pubblico che gestisce gli aeroporti norvegesi, ha detto che «La Norvegia ha l’ambizione di essere la prima al mondo. Stimiamo che tutti i voli della durata fino a un’ora e mezza potranno essere fatti con aerei completamente elettrici. Questa durata è sufficiente per i collegamenti interni nel Paese e per quelli con le altre capitali scandinave». Per quanto riguarda piccoli aeroporti come quello elbano, Avinor lancerà una gara per aprire una rotta commerciale operata da un piccolo velivolo (19 posti) a propulsione elettrica, che farà dei test di volo a iniziare dal 2025».
Anche la Svezia, il Paese di Greta Thunberg, punta a ridurre fortemente a ridurre i voli interni sostituibili con i treni e a scoraggiare i voli per andare in vacanza all’estero. Altrettanto prevede la Finlandia.
In Francia è in atto un acceso dibattito sulla sostenibilità dei voli di una durata tra le 3 e 4 ore e il governo ha già annullato alcune rotte locali entro le 2 ore sostituibili con i treni e ha confermato che non procederà all’ampliamento o costruzione di piccoli aeroporti.
D’altronde, anche la rotta Roma – Milano è stata praticamente resa vana dai treni ad alta velocità e altre sono destinate a fare la stessa fine quando i treni veloci raggiungeranno le città meridionali.
Insomma, alla fine, dopo ingenti spese, danni ambientali notevoli e demolizioni di case di residenti, che magari ci vivono da generazioni, l’unica differenza sarà che potranno atterrare gli stessi velivoli a pieno carico. Non si realizzerà il sogno di chi vorrebbe un turismo di massa in arrivo dal nord Europa con qualche compagnia low-cost.
Invece di puntare sul trasporto aereo, per il quale si annuncia un periodo di crisi sia per motivi climatici che ambientali e di mutate abitudini dei turisti, sarebbe forse meglio investire energie e denaro pubblico nell’ammodernamento e messa in regola con le direttive climatiche, ambientali e sui trasporti i vetusti traghetti che collegano l’Elba al Continente, magari pensando anche a una nuova rotta Livorno – Elba direttamente collegata con l’aeroporto di Pisa.
Visto che le politiche europee puntano a rafforzare il trasporto ferroviario, sarebbe anche meglio proporre un collegamento diretto in treno (o bus elettrici) Aeroporto di Pisa Piombino e occuparsi finalmente di rendere maggiormente raggiungibili Campiglia Marittima con frecce, Intercity e regionali, collegati sempre con Piombino Marittima con un treno/navetta veloce in coincidenza con i traghetti.
Un progetto che Trenitalia ha già per altre località e che è legato a tutta una serie di ragionamenti virtuosi, come per esempio il collegamento bici+treno, un certo sforzo sul plastic free (acqua in contenitori di alluminio e non in plastica), promozioni per gli under 16, eccetera. Piombino Marittima – e quindi l’Elba – non sembra esserci. Su questo Trenitalia hanno buon gioco anche perché mancano proposte concrete da parte delle amministrazioni comunali elbane per attivare un trasporto davvero più adeguato alle necessità di elbani e turisti e alla nuova realtà ambientale europea e italiana.
Ampliamento dell’aeroporto di Marina di Campo. Alatoscana risponde a Legambiente
«Progetto di fattibilità assolutamente in linea con la tutela dell'ambiente» [27 Maggio 2021]
AlaToscana Spa
’Elba ha perso, a causa del fallimento dei vettori Intersky e SkyWork, dal 2015 ad oggi circa 15.000 passeggeri all’anno e non 200 come è ipotizzato nell’esposizione di Legambiente. La chiusura delle attività delle suddette Compagnie Aeree che servivano l’Elba per il mercato svizzero e tedesco, è avvenuta a causa delle mutate condizioni del mercato aeronautico e mondiale che non vede più Vettori operanti con aerei da 30 e da 50 posti in termini di mercato, assumendosi il rischio dell’attività.
L’aeroporto dell’Isola d’Elba, pur con gli adeguamenti di messa a norma del 2018, non ha una struttura di volo in grado di far atterrare aerei da 70 posti, dimensione minima oggi utilizzata dalle Compagnie Aeree Europee.
Alatoscana SpA, la società di gestione dell’Aeroporto, nel suo ruolo di servizio verso la collettività Elbana, ha sentito il dovere di proporre alle autorità locali, alle categorie economiche ed a tutta la cittadinanza Elbana, una possibile soluzione per il recupero degli oltre 15.000.000 € di ricavi che quel traffico aereo generava per l’Isola in termini di impatto diretto, indiretto, indotto e catalitico.
Tale progetto, come già consuetudine nei precedenti interventi effettuati della gestione aeroportuale, è assolutamente in linea con la tutela dell’ambiente ed il rispetto anche della popolazione coinvolta.
I 17.769.750 € previsti per l’intervento di prolungamento della pista di volo di circa 250 metri verso Nord e 50 metri verso Sud, includono tutti gli oneri di riposizionamento e ricostruzione ex-novo delle tre abitazioni coinvolte verso Nord e di circa sei o sette manufatti ad uso agricolo o di rimessa. L’intervento verso Sud può essere effettuato integralmente nell’area già dell’Aeroporto e non prevede impatti su abitazioni, viabilità e sul piano idrogeologico. Lo stanziamento stimato prevede anche verso Nord una leggera correzione del fosso dei Forcioni senza alterazione delle portate e del rischio idraulico. Non sono previste deviazioni dei fossi de La Galea e de La Pila, rimane quindi totalmente improprio parlare di incremento del rischio idrogeologico.
Sono inoltre considerati anche i costi relativi agli adeguamenti della viabilità sia provinciale che vicinale. In termini ambientali è utile considerare che l’aeromobile ipotizzato a servizio della futura pista, l’ATR 72, ha già oggi un consumo limitato a 2,8 litri per 100 km per passeggero. Dato notevolmente inferiore all’inquinamento prodotto dal turista in arrivo con altri mezzi: automobili, traghetti.
In analogia con i citati riferimenti del Nord Europa anche l’aeroporto dell’Elba ha da tempo contatti con la società Italiana Tecnam, leader nel settore aeronautico regionale, che sta sviluppando un velivolo da 11 posti a propulsione elettrica che potrebbe essere operativo già dal 2026 sulla Continuità Territoriale Elbana.
Gli investimenti nelle infrastrutture per il trasporto aereo non si sono arrestati e non si arresteranno in tutta Europa in quanto, anche se cambierà la propulsione dei velivoli, saranno sempre necessarie piste ed infrastrutture adeguate, come anche dimostrato dagli ingenti investimenti per oltre 80 milioni di euro programmati di recente da Toscana Aeroporti per lo sviluppo dell’Aeroporto di Pisa.
L’aeroporto dell’Elba, in funzione dello sviluppo tecnologico, nelle fasi di transizione, è certamente favorevole a privilegiare per quanto di sua competenza l’utilizzo di biocarburanti, al momento ancora in fase di studio, ma che l’Aeroporto sta seguendo con interesse. Senza l’adeguamento infrastrutturale necessario per riportare l’Elba in condizioni di mercato, gli unici operativi commerciali possibili saranno unicamente quelli ampiamente sovvenzionati dalle risorse pubbliche.
La proposta di Alatoscana non è certamente un obbligo ma è un’opportunità per il Territorio per recuperare le posizioni e gli introiti nell’ambito del settore turistico che le evoluzioni del mercato hanno fatto perdere all’Isola.
Il cash-flow generato consentirebbe il recupero dell’investimento in tempi brevi e l’impatto in termini di emissioni e ed acustico sarebbe sicuramente inferiore a quello già presente negli anni passati fino al 2015 e di gran lunga inferiore all’impatto ambientale degli altri arrivi turistici con altri mezzi che generino lo stesso tipo di introiti. Il saldo, anche dal punto di vista ambientale, sarebbe comunque positivo.
Ovviamente la scelta spetta ai cittadini Elbani e alle autorità locali da loro delegate.
data inserimento: Venerdì 28 Maggio 2021