Un arzigogolo eccezionale, compresa l’improprietà che, ormai resa sistemica dal contesto normativo nazionale, in continua e perversa transumanza fra l’inglese e l’italiano, non distingue più “Airport” da “Aerodrome”. E’ bene ribadire che il Controllo del Traffico Aereo, ed Enti preposti a tali funzioni, dovrebbero riconoscere solo “Aerodrome”, poiché è l’area di propria giurisdizione; trascinati, invece, da un turbinio normativo irrazionale proposto da semplici dilettanti impreparati a soddisfare le reali esigenze, diffondono una distrofia foriera d’incomprensioni propedeutiche negative e un carico di responsabilità improprie, non pertinenti e spesso devianti, sulle spalle dell’operatore ATC, e non solo; ma nessuno se ne cura; L’ENAV elabora e promuove, forte della sua posizione funzionale di “ricerca”, soluzioni “lunari”, e l’ENAC si aggrega con piacere; e passano inosservate storpiature che, alla “resa dei conti”, a fronte di un disservizio, fanno differenza; l’Organo giudicante (Magistratura) ha funzioni strettamente legate a un contesto materiale palpabile e decifrabile; se lo inibisci con valenze extra, non puoi non aspettarti che assapori valori extra e, comunque vada, sono dolori; e sono dolori perché gli extra sollecitano interpretazioni altrettanto extra; è opportuno farsene una ragione, e perché no, anche preventiva; mettere le mani avanti non è mai segno di codardia: è semplice azione di onesta difesa.
A parte l’enfasi della capacità tecnologica di predisporre un “controllo remoto” su un “AIRPORT” (ancora non Aerodrome) dove sta, oggi, l’utilità funzionale operativa? Ciò che si vede in “diretta” per quale motivo deve essere trasformato in ”virtuale” per essere visionato, e intervenire, in diretta? E non si racconti la “storiella” del risparmio e razionalizzazione dei servizi ATC; non si risparmia neppure in fatturazioni in casa; anzi, si ampliano le opportunità fatturabili.
Si vuole fare un passo in più verso un progresso operativo funzionale senza mettere la benda agli occhi, per preservarli dalle visioni reali a favore delle virtuali? A che cosa serve questo di “più” virtuale se non a dimostrare una capacità tecnologica certamente qualificata, ma, di fatto, distorsiva delle quotidiane necessità operative, così come sono state rappresentate nel connubio fantascientifico della recente presentazione del RACOON Malpensa/Linate? Perché non trasferire queste capacità creative, e informative, nel più semplice accorpamento di funzioni, ridicendo i “siti operativi” quali le quattro ACC e accorpare alle ACC stesse le funzioni del servizio APP degli aeroporti di giurisdizione così come già avviene, da sempre, in area milanese (Malpensa/Linate/Orio e dependance attigue)?
Da non sottovalutare, poi, la possibile rappresentazione “virtuale” di aree/spazi, di aerodromo, in “ombra” o particolarmente distanti dal punto di naturale osservazione visiva quale rappresenta la Torre di Controllo, sullo stesso sito operativo. Tutte funzioni che si presentano economicamente sostenibili e a prezzi decisamente stracciati ma …… si fattura poco e s’intacca ciò che il “sistema” trascina, da sempre, in fatto di funzioni operative legate a specifiche indennità, spesso sovrapposte, spezzettate e spalmate all’uopo; è il classico “concedere” senza “cedere”; e si paga pegno.
Un’azione operativa “remota” di un servizio ATC su di un Aerodromo può essere giustificata dalla “occasionalità” operativa referente l’aerodromo stesso, limitata in incidenza e in tempo, e analizzato e valutato il costo del supporto tecnologico certamente significativo; diversamente trattasi di pura e semplice dimostrazione di capacità tecnologica, con dei costi e fatturazioni certi, senza alcun beneficio per l’utenza; un sistema di Back-Up, per altro spesso presente in forma sistemica, pare essere sempre utile ma deve essere di facile utilizzazione: sempre semplice un “passaggio” predisposto e coordinato in tempo per funzioni dimostrative di capacità ed efficienza ma sempre decisamente complesso a fronte di una “necessità” improvvisa, o di un’emergenza funzionale operativa; un tale sistema “dormiente”, più o meno complesso secondo la disponibilità tecnologica ed economica del momento, racchiude, sempre, in se una significativa utilità operativa a livello di potenziale teorico ma il suo “reale” utilizzo ha una rappresentazione molto, molto diversa: estremamente complessa l’acquisizione “cosciente” dei dati utili e funzionali per un rientro nella “normalità operativa”.
Oggi nessuno più ha capacità di andare oltre il semplice “ricordo” di ciò che rappresentava il “settore procedurale”, abbinato al rispettivo “settore radar”, delle sue pseudo funzioni anche di Back-Up e delle difficoltà nel rendere continuo il servizio ATC quando, improvvisamente, il radar era dichiarato OFF; e i due termini, quali improvvisamente e dichiarato, non sono per nulla casuali e riassumono situazioni passate che hanno lasciato il segno, ormai depotenziato dalla “capacita” dell’essere tecnologicamente superiore; ma??? Nel caso specifico del RACOON, forse, anche la sicurezza ne ha motivo di recriminare visto che si deve ricorrere a un by-pass obbligato, soggetto a cyber-interferenze illegali ormai di dominio corrente; ma, evidentemente, l’importante non è “comprendere” bensì “competere” per proporsi venditori; e ciò che si vende si fattura; il resto viene dopo.
Le baldanzose assicurazioni della “impermeabilità” del sistema e del suo essere “refrattario” a improprie intrusioni e anomalie occasionali del “soft & hard” familiari, non arrecano un gran che d’incremento positivo e di tranquillità ….. per il resto sono solo “chiacchiere” alla pari dei venditori al mercatino rionale.
Poi, per la pace dei tecnologicamente avanzati, l’Aerodrome di Linate resterà “controllato”, in diretta e senza “intermediazioni virtuali”, da Linate, dalla TWR di Linate; e per lungo tempo; siatene certi. Avanzerà tecnologia ma sarà impiegata altrove con maggiore profitto funzionale, forse; si spera; e a chi non piace, il termine “Aerodrome” se ne deve fare una ragione: così è; e sarà cosa salutare ……… e poi, con il passare del tempo, vedremo certamente anche nascere aeroporti completamente diversi dagli attuali, e magari privi di ciò che oggi li rappresenta, spesso simbolo mediatico distorsivo a effetto, perché la tecnologia non può arretrare; si supereranno, forse, anche le controversie contrattuali legate alle specificità professionali e relative indennità; al limite, si raddoppiano gli aventi diritto, già in sovrannumero, e si scoprirà, forse, che anche implementare e concentrare funzioni è azione non solo per “servire” ma anche per “servirsene”; per ora, è prioritario il bisogno di sentirci avvolti dalla coperta del “vedere” ciò che il mondo, in modo naturale, ci mostra, senza intermediari inutili e superflui, almeno in questo caso; e ciò che verrà, se questo è il presupposto, ci vestirà di rassegnazione, non di convinzione certa.
P.S. (Preview Show): a quando l’implementazione, in cockpit, di un sistema AVISTA.C (Advance VIsion Status Aerodrome in Cockpit)? Sarebbe un bel business; se scommetto che già ci stanno pensando svanisce ogni possibilità di copyright; ma è, comunque, un gioco inutile perché, pur di non pagare diritti, si userà il termine Airport, unico conosciuto dal nostro Codice di Navigazione, sprezzanti, per amorevole passione filologica (???) o per semplice dedizione conclamata al semplicismo, delle “ Definitions” ICAO.
NB: RACOON è un progetto dimostrativo, cofinanziato dalla SJU nell’ambito delle SESAR.
data inserimento: Lunedì 02 Gennaio 2017