Perché non scegliere una pista alternata, dedicata alle emergenze?
Il volo Palermo Bologna della Ryanair, un Boeing 737 ha effettuato un atterraggio di emergenza a Ciampino, la sera del 4 agosto, intorno alle 19.05.
La stampa ed i media hanno rivelato che all'origine del dirottamento, dello scalo tecnico improvvisato lungo la rotta tra la Sicilia e Bologna, sarebbe stato un qualche un problema elettrico riscontrato dopo il decollo.
Quando il volo FR4342 sarebbe stato nello spazio aereo di Roma TMA, con 145 passeggeri a bordo.
"Il dirottamento sarebbe stata una misura precauzionale - ha sostenuto in un comunicato Stephen McNamara, direttore comunicazione Ryanair - dopo una piccola quantità di fumo è fuoriuscita da un faretto di lettura".
Il Boeing 737 ha, comunque, eseguito un atterraggio regolare. In seguito i passeggeri sono stati traslocati e riprotetti su un altro velivolo per raggiungere la destinazione originaria e finale di Bologna.
Tutto bene quello che finisce bene?
Certo, ma con una qualche indispensabile precisazione successiva a ragionevoli interrogativi:
1) per quale ragione un velivolo in emergenza ha dirottato su uno scalo con una pista avente una lunghezza di soli 2200 metri?
2) per quale ragione questo genere di emergenze, ma anche quelle equivalenti, se non più rilevanti, non viene proceduralmente smaltita su piste con lunghezze di almeno 3000 metri?
3) per quale ragioni le emergenze aeree non sono espletate su aeroporti che dispongono un sistema di assistenza e servizio antincendio maggiore?
4) per quale ragione non eseguire emergenze esclusivamente su infrastrutture completamente attrezzate con spazi di R.E.S.A. (Runway End Safety Area di 240 metri per testata pista), Piani di Rischio aeronautico senza alcuna deroga ed un sedime aeroportuale che ha adeguatamente distanziato i caseggiati e le palazzine dei residenti dell'intorno allo scalo?
data inserimento: Venerdì 05 Agosto 2011