L’Agenzia Avionews ci dà notizia che il 16-17 Novembre si è tenuta a Londra, organizzata dalla “Unmanned Aerial Vehicle Systems Association” una conferenza cui partecipavano le maggiori aziende costruttrici di questi “drones”, dalle statunitensi General Atomics, Lockheed Martins alle europee Bae Systems – Resource Group Ltd.- Microflown Avisa ed Alenia Aeronautica, oltre ad altre minori, per presentare le ultime novità sfornate dall’industria dei “mezzi-aerei” a controllo remoto da stazioni al suolo.
La Conferenza si è articolata su sei differenti sessioni inerenti argomenti topici del settore quali quelli dell’addestramento e della simulazione per gli addetti alla manovra degli aeroveicoli, sui programmi di ricerca e sviluppo, sulle piattaforme informatiche per la guida, sui ritorni delle esperienze operative reali e sulle future applicazioni degli UAS/UAV.
Dal punto di vista delle utilizzazioni per fini militari questi UAS/UAV vengono definiti dai costruttori come «aeroveicoli da ricognizione, senza equipaggio di condotta a bordo, che possono volare sulle zone di operazioni o campi di battaglia e sganciare rifornimenti per le truppe amiche o bombe sul nemico ed eseguire voli di ricognizione sulle forze ostili». Ed aggiungono:- «Se ciò dovesse far credere a qualcuno che gli UAV siano soltanto usati in operazioni belliche, ciò è ben lontano dalla realtà». Ma sempre nell’ambito dell’impiego militare, la definizione che ne viene data dall’Esercito degli USA recita:- «Un UAV è capace di operare senza pilota a bordo, controllato e collegato per via radio e può essere pre-programmato sia per il volo che per le operazioni di utilizzo del suo carico bellico prima della partenza per la missione ». Inoltre un UAV è completamente differente da quel che può essere un razzo o un missile, in quanto questo aeroveicolo è progettato per ritornare alla base ed essere riutilizzato (se tutto va ben, aggiungiamo noi). Ed ancora:- questi aeroveicoli sono assai differenti da qualsiasi aeroplano controllato a distanza da un operatore a bordo di un aereo madre e soprattutto dai piccoli aeromodelli radio-comandati, in quanto essi possono operare oltre la portata della linea ottica e ad altitudini alle quali non basterebbe la vista umana, perché in collegamento o via satellite o addirittura completamente pre-programmati per l’intera missione.
Dal punto di vista di impieghi civili vengono accreditati di capacità di sorveglianza e nell’ambito della ricerca ed analisi del territorio o per operazioni di polizia e di pattugliamento dei confini o dei mari o dei boschi, ma soprattutto per il prevedibile ridotto costo operativo, dovuto alla possibilità di programmazione del volo completamente automatizzato, controllabile a distanza da posizioni di controllo fisse o mobili. E tanto basti!
Ma noi abbiamo appreso che in conseguenza di operazioni belliche o antiterroristiche di questi “drones” armati, in teatri operativi di Paesi che ospitano questo genere di attività, hanno talvolta causato “danni collaterali” colpendo civili e persino ragazzi e fin dal 4 Novembre a Londra alcune organizzazioni hanno mobilitato frange di pacifisti o di (talvolta interessati) falsi fautori del rispetto dei diritti umani contro l’utilizzo bellico di questi aeroveicoli armati, adoperati effettivamente come “sistemi d’arma” anche in operazioni su territori ritenuti bisognevoli di bonifica da parte di presenze indesiderate, scatenando a Londra la predetta vivace protesta, come si può capire dal seguente comunicato:
Protest the Drone Wars – London 16th November
This week a US drone strike in Pakistan killed two boys aged 12 and 16. The pair were cousins and the oldest, Tariq Khan, had just four days previously taken part in a protest against the drone strikes in Islamabad. Also this week, a few thousand miles away in Sana’a, the capital of Yemen, incredibly brave people took to the streets demanding the removal of President Saleh and the ending of drone strikes, while on the other side the world, in New York state, 38 protestors went on trial for blockading a US drone base.
Here in the UK/country-region, Drone Wars UK and the CAAT Universities Network are organising a protest outside the two-day ‘UAV Conference 2011′ to be held in central city on;London on 16-17th November.
Join the protest outside the UAV conference 2011 (Copthorne Tara Hotel Scarsdale Place Kensington, city on London – nearest tube High Street, Kensington.
Dunque, mentre da noi i “black block” sono pronti a scatenare la guerriglia urbana per qualsiasi evento che riguardi intese, accordi e conferenze internazionali, a Londra, invece, questa protesta non violenta ha espresso il proprio dissenso soprattutto su quella infelice frase contenuta nel programma della Conferenza stessa, che si proponeva di dibattere sul tema di «Come possiamo fermare il pubblico isterismo contro le operazioni [belliche – ndr] con gli UAV nel 21° Secolo?».
Orbene, personalmente non condivido neppure queste pur più civili forme di opposizione alla necessità di difenderci dal terrorismo che trama dai suoi “sancta santorum”, tollerati o nutriti presso certi Paesi compiacenti o a loro volta “rivoluzionari”, però dico anche ai costruttori di UAS/UAV di prendersi una pausa riflessiva e soprattutto di dedicarsi maggiormente a garantire la sicurezza nell’utilizzo di questi droni, che, come dimostrano le recenti notizie trapelate sulle infezioni virali che possono colpire questi prodotti, non risultano affatto sicuri di poter esser tenuti sempre sotto controllo.
Anche perché … se cadono, incontrollatamente, sulla superficie terrestre … possono far male sia a persone che cose, soprattutto se, anche in questo settore, ci si spinge sempre di più verso un’automazione troppo esasperata e non … a misura d’Uomo, il quale dovrebbe essere sempre in grado di padroneggiare le macchine (anche se robotiche) che produce e non rischi di diventarne lo schiavo!
data inserimento: Venerdì 25 Novembre 2011