Solo lo scorso mese, con la news "Rebus aeroporti, Comiso scalo, ultimo nato ma primo enigma" Aerohabitat aveva posto uno scontato interrogativo sull'esito e sulla reale attuazione del Piano Aeroporti. Il fantomatico studio redatto da One Work , Nomisma e Kpmg, ovvero "Sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell'organizzazione infrastrutturale del territorio", ancora in attesa di adozione avrebbe subito un secondo stralcio.
E lo scalo di Bolzano, certamente escluso dal Piano Aeroporti, perché periferico, minore e sostanzialmente relegato nella lista nera: troppo piccolo.
Nel 2009, infatti, i dati di traffico appaiono davvero risicati: 14.974 movimenti aerei con appena 60.475 passeggeri. Quasi altrettanto sono le stime per il 2010.
Ebbene perchè lo scalo di Bolzano sarebbe reintegrato tra gli aeroporti "sostenuti" finanziariamente dal Governo Romano?
Stavolta l'operazione, a quanto sostengono i media, sarebbe frutto di un accordo intercorso tra i rappresentanti "bolzanini" nel Parlamento di Roma.
L’appoggio esterno della Südtiroler volkspartei (Svp), partito di maggioranza assoluta nel Sudtirolo-Alto Adige, al governo Berlusconi in occasione del voto sulla fiducia dello scorso 14 dicembre avrebbe assicurato il nuovo ruolo, stavolta "strategico" per l'infrastruttura altoatesina localizzata tra le Alpi.
Le considerazioni di catchment area, i volumi di traffico ben inferiori al milione/anno di passeggeri, e, probabilmente le criticità per l'aspetto infrastrutturale/ambientale, le controverse pulsioni localistiche-campanilistiche-territoriali non sarebbero più parametri aeroportuali indispensabili e primari per la classificazione e la identificazione del ruolo di un aeroporto.
data inserimento: Lunedì 10 Gennaio 2011