Rumore aereo, emissioni gassose, dalla pista con pochi voli a quelle superintasate, da pochi movimenti/ora a 30 voli/ora sulla singola pista. Con Fiumicino che arriva a 90 voli/ora con tre piste, ai 70 voli/ora di Malpensa con due piste, ai 30 di Capodichino con la singola pista.
Del flusso delle “emissioni gassose” questa breve ed introduttiva nota illustra le "polveri ultrafini".
Una realtà "invisibile". Se, infatti, cittadini possono osservare nei cieli azzurri e trasparenti le scie di condensazione, generate da cristalli di ghiaccio che si formano, dell'enorme numero di minuscole particelle ultrafini che provengono dai motori degli aerei, non altrettanto avviene per le particelle ultrafini. Sono molto più piccole della lunghezza d'onda della luce.
Le particelle ultrafini non sono solo un problema nei cieli in atmosfera sopra di noi. Gli aeroporti sarebbero “generatori”, in grandi quantità e recentemente una ricerca specifica è stata condotta nell’intorno del secondo scalo della capitale inglese di Londra, lo ha confermato.
La ricerca delle minuscole particelle è avvenuta nei pressi di Gatwick. Un’impresa non complicata, a posteriori, ritenuta facile.
Non erano difficili da trovare. Il numero di particelle ultrafini a 500 metri sottovento rispetto all'aeroporto era maggiore di quello presente sul marciapiede delle strade più trafficate di Londra. Per lo più provenivano dagli aerei durante il decollo e l'atterraggio, anche se ma il traffico viario, i parcheggi e centri commerciali, aree di ristorazione utilizzata per la preparazione dei pasti per le aerolinee sarebbero una ulteriore fonte.
Nel 2021, il Consiglio sanitario olandese e l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno rilevato la come le particelle ultrafini possano peggiorare la nostra salute. Una evidenza emersa in 75 studi/rapporti; per lo più relativi a infiammazione polmonare, pressione sanguigna e problemi cardiaci, insieme a rischi per la crescita fetale. Tuttavia, i diversificati riscontri, le differenziate modalità analitiche degli studi, hanno impedito all'OMS la definizione di uno standard.
L’analisi sulle dinamiche propagazione delle particelle ultrafini da Gatwick, ha confermato la loro diffusione a distanza, in relazione alle dinamiche atmosferiche, possono viaggiare e depositarsi a distanza. L’analisi in altri scali aerei hanno rilevato particelle ultrafini di aerei in distanti sobborghi di Los Angeles. Quelle ultrafini provenienti da Heathrow in vaste aree della zona ovest di Londra e possono essere rilevate a più di 12 miglia (20 km) di distanza nel centro della città. È una realtà assimilabile in diverse città europee con infrastrutture aeroportuali con traffico aereo rilevante, il che significa che milioni di persone sono esposte.
Oltre dieci anni addietro uno studio – aveva rilevato un qualificato esperto - ha scoperto che i cambiamenti giornalieri nelle particelle ultrafini a Londra corrispondevano al numero di persone che muoiono o vanno in ospedale per problemi cardiaci. Da allora, sono state monitorate la riduzione delle particelle ultrafini nelle nostre città come effetto collaterale delle normative per affrontare altri inquinanti atmosferici.
Il documento “POLVERI ULTRAFINI ED EFFETTI SULLA SALUTE” redatto, su mandato della Direzione Regionale per la Prevenzione nell’ambito dell’attività del Gruppo di lavoro sugli “Effetti sulla salute dei processi di combustione originati da combustibili fossili”, dal Centro Tematico Regionale di Epidemiologia Ambientale, la cui conduzione è affidata al Servizio di Epidemiologia dell’ULSS n.22 della Regione Veneto, a riguardo, dopo aver rilevato che:
…”le più recenti indicazioni della letteratura scientifica sull’argomento tendono a definire come più appropriate misurazioni atte a rilevare frazioni granulometriche inferiori, variamente denominate (polveri fini ed ultrafini, queste ultime denominate anche polveri ultrasottili, nanopolveri, etc..)!”
LE POLVERI ULTRAFINI
Il ‘particolato’ è un inquinante aereo consistente in una miscela di particelle solide e liquide sospese nell’aria. Tali particelle sospese variano in dimensione, composizione ed origine. Le particelle sono spesso classificate in base alle loro proprietà aerodinamiche, poiché tali proprietà:
- regolano la diffusione e la rimozione delle polveri dall’aria;
- governano la loro deposizione nell’albero respiratorio;
- sono associate alla loro composizione chimica ed alle fonti di provenienza.
Tali proprietà sono convenientemente riassunte nel diametro aerodinamico (quello di una sfera di densità unitaria avente le stesse caratteristiche aerodinamiche della particella); le polveri sono quindi abitualmente quantificate (e più precisamente ‘pesate’, con metodo gravimetrico) in termini di concentrazione di massa (µg/m3), con riferimento al loro diametro aerodinamico, comunemente definito, in modo più semplice, “dimensione della particella”.
Il particolato presente negli ambienti urbani è comunemente distinto in due gruppi principali: polveri grossolane e polveri fini. Il confine ‘dimensionale’ tra questi due gruppi generalmente si colloca fra 1 e 2.5 µm. Di fatto, il limite tra le polveri grossolane e quelle fini è di solito convenzionalmente stabilito, per uniformità di misurazione, nel diametro aerodinamico di 2.5 µm.
Le classi dimensionali attualmente più utilizzate sono le seguenti:
- PTS (polveri totali sospese), comprendenti tutto il particolato aerodisperso;
- PM10, con riferimento a polveri di diametro aerodinamico inferiore a 10 µm;
- PM2.5 (polveri fini), con riferimento a polveri di diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm;
Il termine polveri ultrafini, più recentemente introdotto, si riferisce a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 0.1 µm (100 nm). Le dimensioni delle polveri ultrafini sono paragonabili a quelle delle molecole biologiche, mentre risultano di gran lunga superiori rispetto a quelle degli atomi e notevolmente inferiori rispetto ai globuli rossi umani o ai macrofagi alveolari umani. “
Lw “Raccomandazioni specifiche della letteratura scientifica per i futuri studi sugli effetti” del suddetto documento è il seguente: sanitari correlati alla esposizione ambientale alle polveri ultrafini.
Tali raccomandazioni comprendono:
• la realizzazione di campagne di monitoraggio progettate in modo adeguato al fine di conoscere con precisione:
o la distribuzione dei livelli spaziali e temporali di concentrazione delle polveri ultrafini, determinate con tecniche analitiche appropriate, basate sul conteggio del numero di particelle;
o la composizione chimica delle polveri ultrafini presenti in atmosfera, al fine di distinguere se e quanta parte degli effetti osservati sia attribuibile alle sostanze chimiche presenti;
o il contributo determinato da specifiche fonti di emissione;
• la progettazione di disegni di studi epidemiologici e di approcci statistici tali da poter distinguere gli effetti connessi alla dimensione delle particelle di interesse (< 0.122 micron) da altre caratteristiche delle particelle o dalla presenza di miscele complesse di inquinanti;
• la conduzione di studi epidemiologici per periodi di osservazione più lunghi e con dimensioni del campione più ampie, al fine di consentire di distinguere, con adeguata potenza statistica, gli effetti indipendenti delle diverse frazioni;
risulta altresì necessario condurre tali studi in ambito multicentrico, esplorando in tal modo gli effetti attribuibili ai differenti valori di concentrazioni delle polveri ultrafini, alla diversa composizione chimica, nonché alle diverse caratteristiche delle fonti locali in differenti aree geografiche, aggiustati per le variabili demografiche e socioeconomiche”.
La tematica delle “Polvere ultrasottili” è oggetto su UECNA.EU con il Webinar “And on Monday 6th March, 6-7 pm (CET) we organize our next webinar. The theme will be Ultra Fine Particles”. The speaker is Debi Wagner, longtime activist for Seattle-Tacoma International Airport.
Uno studio specifico, del marzo 2021, tra i tanti, è il seguente:
“Distinct Ultrafine Particle Profiles Associated with Aircraft and Roadway Traffic
Elena Austin 1, Jianbang Xiang 1, Timothy R Gould 2, Jeffry H Shirai 1, Sukyong Yun 2, Michael G Yost 1, Timothy V Larson 1, Edmund Seto 1
Affiliations expand
PMID: 33544581 PMCID: PMC7931448 DOI: 10.1021/acs.est.0c05933
Abstract
The Mobile ObserVations of Ultrafine Particles study was a two-year project to analyze potential air quality impacts of ultrafine particles (UFPs) from aircraft traffic for communities near an international airport. The study assessed UFP concentrations within 10 miles of the airport in the directions of aircraft flight. Over the course of four seasons, this study conducted a mobile sampling scheme to collect time-resolved measures of UFP, CO2, and black carbon (BC) concentrations, as well as UFP size distributions. Primary findings were that UFPs were associated with both roadway traffic and aircraft sources, with the highest UFP counts found on the major roadway (I-5). Total concentrations of UFPs alone (10-1000 nm) did not distinguish roadway and aircraft features. However, key differences existed in the particle size distribution and the black carbon concentration for roadway and aircraft features. These differences can help distinguish between the spatial impact of roadway traffic and aircraft UFP emissions using a combination of mobile monitoring and standard statistical methods.”
data inserimento: Lunedì 06 Marzo 2023