COMUNICATO STAMPA del 3 Maggio 2021
Treviso-Canova vs Brindisi: 400% di maggiori impatti avifauna!
Quante sono le tonnellate annue di Trota, Anguilla e Storione coltivate nel Sile? Il web del “Parco Naturale Regionale del fiume Sile” rileva come, solo di Trota Iridea, la produzione sia da 10 a 15 mila quintali di pesce all’anno. L’opzione da porre, anche se non basterebbe, è:
Ryanair oppure le pescicolture di trote, anguille e salmoni?
Nel 2018 all'Aeroporto Canova con 22.911 movimenti, sono stati rilevati 24 casi di impatto avifauna, 22 con volatili e 2 con altra fauna selvatica.
. All'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, a fronte di 71.503 movimenti, più di tre volte quelli di Treviso, sono stati riscontrati 25 impatti con volatili e 1 con altra fauna selvatica. All'aeroporto di Brindisi Papola- Casale con 20.922 movimenti, circa quelli di Treviso, sono stati rilevati 6 impatti con volatili. All'aeroporto di Olbia con 34.568 movimenti solo 5 casi!
Insomma per lo scalo di Treviso nessuno ha mai contemplato elevati indici di pericolosità! Va denunciato che c’è una situazione di estremo rischio e pericolosità, ma nessuna Autorità se ne preoccupa.
Se le Itticolture devono essere ubicate oltre a 13 km dalla pista, l'aeroporto Canova è compatibile con le molteplici attività insediate lungo il fiume Sile, all’interno di un Parco Naturale sede di un Sito di Interesse Comunitario?
“La maggior parte degli impatti tra aeromobili e fauna selvatica si verifica negli aeroporti e nelle loro immediate vicinanze, dove la quota di volo è relativamente bassa; gli uccelli infatti volano generalmente al di sotto dei 500 ft di quota quando non sono in migrazione attiva. Il 70% degli eventi di wildlife strike avviene al di sotto dei 200 ft di quota, l’85% al di sotto degli 800 ft e oltre il 90% sotto i 2.000 ft”.
L'Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (ICAO) ha indicato quali sono le principali tipologie di utilizzo del territorio che hanno il potenziale di diventare importanti fonti attrattive per la fauna selvatica ad alto rischio.
Queste includono:
• le discariche di rifiuti alimentari;
• gli impianti di trattamento e smaltimento delle acque reflue; • i laghi naturali e artificiali;
• gli impianti di congelamento del cibo;
• gli impianti ittici;
• le riserve ornitologiche.
Il Cap. 5 del Regolamento ENAC per la Costruzione e l’Esercizio degli aeroporti-RCEA (Rischio da impatto con volatili) vengono individuate come oggetto di limitazioni, tra gli altri:
• le discariche e corpi d’acqua aperta o altre aree umide che possono attrarre volatili ed altra fauna selvatica;
• le attività industriali che prevedono fasi lavorative in grado di attrarre volatili ed altra fauna selvatica (industria manifatturiera, impianti di lavorazione carne/pesce/vegetali, ecc.);
• le attività agricole e di allevamento che possono costituire fonte attrattiva per i volatili ed altra fauna selvatica (coltivazioni agricole attrattive, impianti di itticoltura, allevamenti di bestiame, ecc.);
•le attività antropiche che prevedono l’immissione di fauna libera nell’ambiente (Ambiti Territoriali di Caccia, riserve di caccia e pesca, aree di ripopolamento faunistico, campi di gara per colombofili, aree di addestramento cani da caccia, ecc.).
Le specifiche criticità al rischio avifauna riguardano anche:
Aree Agricole: Seminativi (non irrigui e irrigui); Colture permanenti (vigneti, oliveti, frutteti e frutti minori); Orti; Prati; Allevamenti di bestiame estensivi; Allevamenti di bestiame intensivi.
Tra le Aree Naturali e semi-naturali: Boschi; Aree cespugliate (inclusa macchia mediterranea); Aree con vegetazione erbacea (incluse gariga e steppa); Aree protette terrestri; Riserve di caccia (e aree dove è previsto il rilascio di fauna); Carnai ed aree di alimentazione per la fauna selvatica.
Tra le Aree Umide: Corsi d’acqua, canali e idrovie; Bacini d’acqua naturali e artificiali; Impianti di depurazione acque reflue; Impianti di trattamento di acqua potabile; Produzioni di acquacoltura; Zone umide protette.
La soprastante elencazione di “limitazioni” sembrerebbe rappresentare una “fotografia” realistica dell'intorno della pista 07/25 del Canova.
La Relazione annuale ENAC/BSCI Wildlife Strike del 2018, ultima disponibile, riscontra chiaramente tali ambiti “Il rischio di collisione è legato al tipo e all’intensità dell’attività della fauna selvatica sia all’interno che nelle aree limitrofe dell’aeroporto. Gli animali attratti da specifiche opere e/o attività che si svolgono intorno all'aeroporto possono infatti spostarsi dentro l’aeroporto o attraversare i corridoi di movimento degli aeromobili incrementando il rischio di impatto"
La presenza di discariche, aree umide e zone dove c’è alta disponibilità di acqua, cibo e siti idonei dove ripararsi, riprodursi, aggregarsi e riposare, dentro e intorno a un aeroporto, costituiscono un’attrattiva formidabile per gli animali selvatici, soprattutto gli uccelli.
Questi sono in grado di percorrere lunghe distanze in tempi relativamente brevi: un gabbiano reale può nidificare a distanze superiori ai 50 km dalle aree di alimentazione, e percorrere centinaia di chilometri al giorno solo per nutrirsi. Un’adeguata gestione ecologica anti-fauna del sedime aeroportuale e del territorio circostante è senza dubbio il più efficace sistema di mitigazione del rischio di wildlife strike, insieme all’utilizzo di specifici apparati di deterrenza attiva tesi all’allontanamento degli animali.
Per questo negli aeroporti sono in vigore specifici piani di controllo e mitigazione del rischio operati da personale specializzato (Bird Control Units), e per lo stesso motivo l’Organizzazione mondiale dell’aviazione civile (ICAO) e le altre organizzazioni e autorità che si occupano di navigazione aerea hanno identificato una distanza di sicurezza dagli aeroporti entro la quale limitare alcune attività/opere in grado di attrarre fauna selvatica (13 km).”
Nell'individuazione delle possibili cause di rischio nei 120 ettari dell'Aeroporto Canova-Treviso, la Relazione annuale ENAC/BSCI Wildlife Strike del 2018 rileva: “Le specie che hanno registrato un incremento in confronto all'anno precedente sono: gli aironi guardabuoi, le cornacchie grigie, i gabbiani comuni. Sono invece diminuite le presenze delle seguenti specie: piccioni e rondini.
La presenza del gheppio durante l'anno 2018 è rimasta pressoché stabile in confronto al 2017. La cattura incruenta delle lepri di ottobre 2017 eseguita dall'Area Metropolitana per la Città di Treviso e ATC TV, ha contribuito a ridurre la presenza della lepre sul sedime anche durante l'anno 2018.
La cattura delle cornacchie sul sedime da parte dell'Ente citato, che avviene con gabbie durante la primavera/estate, non ha portato miglioramenti sulla diminuzione dell'abbondanza delle cornacchie grigie".
Sistemi di dissuasione diretta presenti dell'Aeroporto Canova, si rileva:
La BCU dispone di una pistola scacciacani, di un binocolo, di sistema di distress-call veicolare, distress-call portatile e di un cannone a gas montato su carrello appendice e comandato da telecomando in dotazione ad addetto BCU; dispone inoltre di falchi da basso e alto volo, n°. 2 Tablet con APP Wildlife Monitor, auto allestita con fari alta luminosità, macchina fotografica digitale. Sono presenti gabbie di cattura per i corvidi gestite dall’ATC con supervisione dell’Area Metropolitana competente per territorio.
Il documento ENAC di 40 pagine LG–2018/002 - GESTIONE DEL RISCHIO WILDLIFE STRIKE NELLE VICINANZE DEGLI AEROPORTI Ed. n. 1 del 01/10/2018, fornisce le linee guida alle autorità, agli enti e ai portatori d’interesse territoriali per la gestione del rischio di impatto tra aeromobili e fauna selvatica (uccelli in primis) nelle vicinanze degli aeroporti, dove tale rischio può aumentare in funzione della presenza di opere o attività in grado di attrarre fauna selvatica”. “Scopo del documento è anche quello di fornire uno strumento per la pianificazione del territorio intorno agli aeroporti a 3, 8 e 13 km di distanza dalle piste”.
A fronte dei regolamenti, circolari e dispositivi e prescrizioni di ICAO-EASA-ENAC, che identificano un contesto ambientale-naturale, da evitare e che potrebbe pregiudicare i livelli di sicurezza perseguiti dell'attività di volo autorizzata, la coesistenza tra l'aeroporto Canova e le itticolture (con le ulteriori fonti attrattive esistenti) pone inevitabili problematiche quanto innegabili criticità.
Va considerato un ulteriore rischio che si nota quotidianamente: ad aeroporto fermo si riscontra aumento della avifauna, soprattutto volatili che proliferano sulle aree di rischio aeroportuale; un ulteriore problema che si aggiunge a quelli già esistenti.
Considerato l'insistente vocio delle autorità che puntano in tempi brevi alla riapertura dello scalo, si è davvero certi che gli indici di pericolosità “registrati” non determinano alcuna preoccupazione?
Il Comitato ribadisce che, anche per quanto sopra descritto, si deve ritenere l’infrastruttura aeroportuale assolutamente incompatibile con il territorio circostante!
data inserimento: Venerdì 07 Maggio 2021