E' una nota di Greenreport.it quotidiano per una economia ecologica. Tutti i cittadini coinvolti dalle emissioni acustiche delle flotte aeree in basso sorvolo e nelle attività al suolo si augurano che stringenti ed inequivocabili normative specifiche possano essere rapidamente acquisite anche nei rapporti tra i referenti aeroportuali del Belpaese, gli organismi di sorveglianza e gestione con benefici sulla popolazione! E' una speranza vana? Lo scorso 17 giugno 2014 Eleonora Santucci su www.greenreport.it ha proposto il seguente aggiornamento sulle regolamentazione UE e aeroporti:
"Lo sviluppo sostenibile è uno degli obiettivi fondamentali della politica comune dei trasporti, ma tale politica richiede l’adozione di una serie di misure anche per ridurre l’impatto acustico dei velivoli negli aeroporti dell’Unione. Ecco che l’Ue – attraverso un nuovo regolamento – istituisce norme e procedure per l’introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti. Una serie di misure volte ad attenuare la zona di rumore nell’area attorno agli aeroporti al fine di mantenere o migliorare la qualità di vita degli abitanti vicini. Una serie di misure volte a promuovere la compatibilità tra attività aeronautiche e aree residenziali, in particolare laddove sono coinvolti voli notturni. Il nuovo regolamento, infatti stabilisce – laddove sia stato constatato un problema di inquinamento acustico – la procedura da seguire per l’introduzione di restrizioni dirette a contenere il rumore, in modo coerente a livello dei singoli aeroporti, per migliorare il clima acustico e limitare o ridurre il numero delle persone che subiscono in misura significativa gli effetti nocivi del rumore prodotto dai velivoli. Proprio perché il suo obiettivo è quello di favorire il raggiungimento di obiettivi specifici di riduzione dell’inquinamento acustico a livello dei singoli aeroporti e consentire di ottenere uno sviluppo sostenibile delle capacità aeroportuali e delle reti di gestione del traffico aereo in una prospettiva gate-to-gate attraverso il ricorso a restrizioni operative in conformità dell’approccio equilibrato.
Dove per restrizioni operative si deve intendere un intervento diretto a contenere il rumore che limita l’accesso a un aeroporto o ne riduce le capacità operative. Un intervento che può comprendere le restrizioni operative intese a vietare l’esercizio di velivoli marginalmente conformi in aeroporti determinati, così come può comprendere le restrizioni operative parziali come quelle che si applicano per un determinato periodo di tempo durante il giorno o soltanto a talune piste dell’aeroporto.
E dove per “approccio equilibrato” si intende quel processo – sviluppato dall’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale - attraverso il quale si esamina, in maniera coerente, la serie di misure
disponibili: la riduzione alla fonte del rumore prodotto dai velivoli utilizzati in attività civili (il regolamento non si applica ai velivoli utilizzati in operazioni militari, doganali, di polizia o simili), la pianificazione e la gestione del territorio, le procedure operative per l’abbattimento del rumore e le restrizioni operative, allo scopo di risolvere il problema dell’inquinamento acustico nel massimo rispetto del principio costi/efficacia a livello dei singoli aeroporti. Aeroporti con un traffico superiore a 50 000 movimenti di velivoli civili per anno di calendario visto che il regolamento si applica a strutture di questa portata. L’approccio equilibrato riconosce e non pregiudica la validità dei pertinenti obblighi di legge, degli accordi in vigore, della normativa vigente e delle politiche consolidate. Anzi, l’integrazione delle norme internazionali dell’approccio equilibrato dovrebbe consentire di ridurre notevolmente il rischio di controversie internazionali, nel caso in cui le restrizioni operative dirette a contenere il rumore si ripercuotano sull’attività di vettori di paesi terzi. La determinazione del rumore deve basarsi su criteri oggettivi e misurabili, comuni a tutti gli Stati membri e deve poggiare sulle informazioni esistenti disponibili. Dunque, gli Stati membri devono garantire che tali informazioni siano affidabili, siano ottenute in modo trasparente e siano accessibili alle autorità competenti e ai soggetti interessati. Le autorità competenti dovranno, quindi, dotarsi degli opportuni strumenti di controllo. Un autorità che comunque dovrebbe essere indipendente da qualsiasi organizzazione che interviene nell’esercizio dell’aeroporto o nel trasporto aereo, nella fornitura di servizi di navigazione aerea o rappresentativa dei loro interessi nonché dei residenti che abitano nelle vicinanze dell’aeroporto. Ciò comunque non significa che si esige dagli Stati membri la modifica delle loro strutture amministrative o delle loro procedure decisionali.
Se le informazioni sul rumore fossero centralizzate si ridurrebbero notevolmente gli oneri amministrativi sia per gli operatori del trasporto aereo sia per i gestori di aeroporti. Occorre che tali dati siano messi a disposizione degli operatori del trasporto aereo e dei gestori di aeroporti a fini operativi. Ed è importante utilizzare, come strumenti di convalida, la banca dati dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea sulla certificazione della rispondenza alle norme acustiche, insieme ai dati sui singoli voli dell’Organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea (Eurocontrol)".
data inserimento: Lunedì 07 Luglio 2014