Dove localizzare lo SpazioPorto? A Fiumicino no! L'Italia deve ancora risolvere il Piano Nazionale Aeroporti, deve deliberare masterplan al 2030 e oltre per piste di volo-decollo affossate tra edificazioni, centri abitati, autostrade, aziende a rischio incidente rilevante, chiese, istituti scolastici di ogni ordine e grado. Deve ancora aggiornare il Piano di Rischio per incidente aereo e il Rischio terzi (risk assessment) - anche le zonizzazioni acustiche e le emissioni gassose e altro devono essere adeguatamente fronteggiate - della quasi totalità delle piste del Belpaese, quando siamo dinanzi a un prospettiva ancora più avanzata.
Dove localizzare la prima stazione per voli suborbitali e/o per il turismo spaziale?
Servirà una nuova infrastruttura dedicata, lontano da sistemi antropici rilevanti, o, diversamente potremmo utilizzare una qualche aeroporto tra quelli del Piano Nazionale Aeroporti?
Passare dalle ex aerobasi militari, dalle ridotte piste di Baracca e dei Pionieri del volo della prima e seconda Guerra Mondiale alle infrastrutture aeroportuali del sistema strategico che inquadra i Aeroporti Principali 24, ai 18 Aeroporti di Servizio, identificando Gates Intercontinentali e aeroporti strategici, verificando e autorizzando il loro potenziamento ed espansione, non sembrerebbe essere stato un'impresa ardua.
Saggio, comunque, evitare anche di localizzare il PortoSpazio in una delle residue aerobasi dell'Aeronautica Militare Italiana (Sigonella, Pisa, Istrana, Rivolto, Ghedi ecc.). Le esperienze civili-commerciali e militari di espansione di infrastrutture non dovrebbe, comunque, impedire anche la designazione, in tale contesto, anche della prima stazione Italiana per voli suborbitali.
Perché ritardare un progetto che potrebbe impedire al Belpaese di assicurarsi uno spazio nella frontiera dei voli extraterrestri?
L'industria aerospaziale, lo stesso turismo prossimo alla linea di Karman oltre all'opportunità di collegare le due sponde dell'Atlantico e del Pacifico in poche ore di volo è una realtà dell'immediato futuro.
E' già il presente.
Il Belpaese con Hyplane, il jet “made in Italy”, è entrato nel turismo spaziale. Il velivolo supersonico è stato recentemente illustrato il progetto a Milano e rappresenta la risposta italiana al SpaceShipTwo di Richard Branson della Virgin Atlantic.
Portare turisti oltre i confini nazionali e attrarli con i mezzi-spaziali - velivoli della Nasa, della Virgin Galactic, della Blue Origin, Bigalow, Space X e Orbital Atk - diventa una esigenza che il Belpaese non può trascurare e/o differire.
Un progetto esiste e l'Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), l'Agenzia federale degli Stati Uniti per l'Aviazione (Faa) e l'Agenzia spaziale (Asi) - si legge sui media - stanno dialogando: come ad esempio e da dove far decollare i voli suborbitali in grado di collegare Roma e New York in poco più che un'ora di volo?
Se da un lato il Piano Nazionale Aeroporti ha previsto il raddoppio dello scalo di Fiumicino non sembrerebbe aver delineato - almeno in tale masterplan - la prospettiva di ospitare anche il traffico aereo "suborbitale".
Dove localizzare quindi le "navicelle spaziali" suborbitali? Dove localizzare una infrastruttura del genere? Negli USA lo Spaceport America è stato insediato nel New Mexico.
E' molto meglio pianificare per tempo una infrastruttura distante dai centri abitati: evitare preliminarmente la costituzione di Comitati di cittadini e residenti che si oppongono pregiudizialmente allo SpazioPorto è fondamentale.
data inserimento: Venerdì 12 Agosto 2016