Quale è la situazione sulle piste civili e militari del Belpaese? E’ una problematica reale? Quali e quanti sforamenti del cosiddetto Piano Ostacoli esistono? Eventuali “sforamenti” sono stati adeguatamente “mappati” in ogni singolo aeroporto/aerobase e sono anche segnalati da una apposita illuminazione?
In realtà il “rischio” ostacoli dovrebbe, comunque risultare correlata e incorporato nelle curve di isorischio. Per attività inferiore e superiore a 50mila voli/anno: comunque.
Un aggiornamento delle mappe ENAV-AIP Italia, con la valutazione e verifica delle distanze dalla pista di ogni singolo “ostacolo” dovrebbe costituire una misura essenziale e sistematica.
Un rapporto tra l’esistenza di approvazione e non da parte dei Comuni e di ENAC in riferimento alle procedure
di “edificazione” o di “smantellamento” di possibili ostacoli. Da quelli arborei e naturali ai manufatti (edilizia varia, da urbanizzazione ai centri commerciali agli ospedali agli istituti tecnici alle università)).
La loro individuazione come nuovi e/o storici potenziali ostacoli è fondamentale.
Le altezze e quote e localizzazione delle “installazioni su Cartografia IGM in scala 1:10.000, con la
identificazione della pista di volo se ubicata entro 1 km dall'aeroporto, 1:25.000 se ubicata oltre 1 km dall'aeroporto più vicino con identificazione della pista se presente entro 15 km dalle installazioni nonché una rappresentazione plano-altimetrica in scala”.
Piloni, antenne, occasionali grù, edifici/impianti potenzialmente collocati entro i 6 km dall'aeroporto dovranno essere responsabilmente segnalati per i riflessi che determinano sulla sicurezza per la navigazione aerea.
Il ruolo di ENAC, con le Direzioni Operazioni aeroportuali, dovrebbe assicurare la rispondenza
Con le costruzioni ammesse nelle aree limitrofe all'aeroporto come riportato dal Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti – Cap IV.
I manufatti esterni all'aerea di interesse aeroportuale O.H.S. (Outer Horizontal Surface) che, superando i 100 mt dal suolo, sono individuati come ostacoli alla navigazione aerea.
Le costruzioni/manufatti che "costituiscono ostacolo permanente" alla navigazione aerea possono anche comportare deviazione procedurali negli standard di volo.
Il censimento e monitoraggio degli “ostacoli” al volo per la navigazione aerea di un’area aeroportuale e degli ambiti potenziali di impiego degli aeromobili implicano forse un certo livello di “tolleranza” nei confronti degli ostacoli presenti dipende dalla tipologia della superficie forata, ovvero, dalla vicinanza e dall’orientamento
rispetto all’asse della pista degli ostacoli stessi e dal tipo di operazione di volo a protezione della quale la medesima superficie è stata costituita?
Quale è in questo contesto il ruolo di ENAC, dei Comuni aeroportuali e del gestore aeroportuale? Quest’ultimo dovrebbe, forse, pur scevro da precise responsabilità, né nell’identificazione né nella gestione dei dati relativi agli ostacoli, magari, precauzionalmente, predisporre saltuarie e non occasionali iniziative per il rilevamento e monitoraggio degli ostacoli esistenti e “certificati” come tali?
Quale area/ettari indagare alla ricerca di edifici, tralicci, antenne, alberi, e tanto altro, all’interno del sedime aeroportuale e lungo le traiettorie di volo e gli spazi laterali identificati dalle “Superfici Limitazioni Ostacoli”?
data inserimento: Lunedì 26 Febbraio 2018