Considerazioni del Com.te Renzo Dentesano basate su dati statistici. Sì, così come la criminalità organizzata e la violenza anche singola hanno invaso le nostre città e le nostre campagne e si abbattono su povere persone indifese anche nelle proprie abitazioni con atti crudeli e violenze inenarrabili, così la criminalità cibernetica, dopo aver colpito organizzazioni statali ed imprenditoria ad alto livello in varie parti del mondo, adesso si sta dedicando a colpire anche i cittadini anche più in basso, purché siano muniti di strumenti informatici e finanziari on-line !
I dati riguardanti i crimini cibernetici parlano chiaro !
L’innovazione digitale, di cui ora si sta innamorando anche il nostro attuale Governo, richiede sforzi di immaginazione finora sconosciuti dalle difese cibernetiche attualmente in atto, nel mentre il mondo “moderno” sta entrando in un immanente futuro permeato di tecnologie innovative in tutti i campi. Bisognerà infatti esser in grado di comprendere, con largo anticipo, come una singola nuova tecnologia, se sfruttata per scopi che possano mettere a rischio la sicurezza collettiva e quella nazionale in particolare, possano nuocere all’interesse collettivo o anche solo alla singola sicurezza individuale (ciò che purtroppo non è avvenuto con l’avvento indiscriminato dei droni nei cieli nazionali ed internazionali !).
Occorre capire e prevedere in anticipo gli interessi che entrano in gioco con le minacce cibernetiche:- l’integrità fisica dei nostri concittadini, l’integrità economica collettiva della nostra imprenditoria, le funzioni fondamentali dello Stato, i diritti dei singoli e quello alla libertà. Anche perché il nostro Paese purtroppo è in ritardo nel campo della sicurezza cibernetica, che ora ha bisogno urgente di un progetto nazionale di cyber-security in grado di confrontarsi con le la nuove minacce.
I dati mondiali ci dicono che si spendono in cyber-security un triliardo di US Dollars nei prossimi 5 anni; che attualmente il 69% dei casi in cui un hacker viola un sistema informatico, il soggetto in questione è esterno al sistema violato, nonostante il fatto che il 90% dei dirigenti sia impreparato a gestire attacchi informatici; che attualmente avvengono ben il 64% di furti d’identità informatica che nel 2015 sono costati ben 158 miliardi di US Dollars ai consumatori e che passano ben 146 giorni in media prima che il danno informatico sia scoperto ed acquisito (forse per la lentezza burocratica delle banche nel comunicare certi dati).
Da rilevare che, almeno per il momento, mancano i dati sugli attacchi informatici ai sistemi di collegamento tra stazioni a terra ed i droni, grandi e piccoli.
Infine, in difesa cibernetica i dati dei vari Paesi più industrializzati ci dicono che gli USA prevedono un aumento di 19 miliardi di Dollars nel bilancio per l’anno 2017 (e vedremo su il nuovo presidente Trump manterrà il punto). La Germania spende 66 milioni di Euro dal 2009, la Francia ha in atto un piano quinquennale di 200 milioni di Euro l’anno, nello stesso tempo la Gran Bretagna spende circa 2 miliardi di Sterline ed infine il Giappone circa 43 milioni di Euro l’anno. A fronte di tali dati, appare ovvio che occorre unire le forze di quello che riteniamo si possa ancora definire “l’Occidente”.
data inserimento: Mercoledì 16 Novembre 2016